San Siro venduto, Inter domina in Champions: la svolta storica nerazzurra
Riassunto
Notte storica per l'Inter: San Siro venduto a Inter e Milan per 197 milioni (nuovo stadio entro 2031), vittoria 3-0 sullo Slavia Praga in Champions con doppietta di Lautaro (primo interista a segnare in 7 edizioni diverse), e bilancio record con primo utile della storia (35,4 milioni) e ricavi da 567 milioni. Preoccupa l'infortunio di Thuram ("solo un crampo"), mentre il Milan di Allegri vola in vetta con le quattro mosse vincenti del tecnico livornese.
San Siro è dell'Inter e del Milan: la svolta storica dopo 12 ore di battaglia
Finalmente ce l'abbiamo fatta. Dopo una notte infinita, 12 ore di discussioni, 239 emendamenti e una battaglia politica degna del miglior thriller, il Consiglio Comunale di Milano ha detto sì alla vendita di San Siro a Inter e Milan. 24 voti favorevoli, 20 contrari, e la storia cambia per sempre.
Il punto è questo: 197 milioni di euro per acquistare lo stadio e l'area circostante, con il primo assaggio da 73 milioni da versare entro il 10 novembre (altrimenti scatta il vincolo della Soprintendenza e addio sogni). Ma i numeri raccontano solo una parte della storia. La vera svolta è che Inter e Milan, per la prima volta nella loro storia moderna, avranno uno stadio di proprietà.
Credetemi, non è stata una passeggiata. La svolta decisiva è arrivata quando Forza Italia ha deciso di uscire dall'aula invece di votare contro, abbassando il quorum necessario. Una mossa tattica che ha permesso alla maggioranza di Sala di spuntarla, nonostante le spaccature interne (sette voti contrari anche nella maggioranza, compresi i Verdi).
Capitolo tempistiche: il nuovo stadio da 71.500 posti sorgerà accanto al Meazza entro il 2031, giusto in tempo per gli Europei del 2032. Foster e Manica, i due studi di architettura scelti, dovranno presentare il progetto entro 6-8 mesi. Poi via ai lavori nel 2027, con San Siro che continuerà a vivere fino al completamento del nuovo impianto.
Ora, prestate attenzione: questa non è solo una questione di mattoni e cemento. È la chiave per competere con i top club europei, per moltiplicare i ricavi da matchday e corporate hospitality (oggi pesano meno del 20% del fatturato, contro il 30-35% di Premier e Bundesliga). Uno stadio moderno può garantire 50-70 milioni di ricavi aggiuntivi all'anno per ogni club. Non male, vero?
Inter-Slavia Praga 3-0: Lautaro show e Chivu sempre più convincente
Che spettacolo a San Siro. L'Inter di Chivu ha demolito lo Slavia Praga con un perentorio 3-0, conquistando la seconda vittoria consecutiva in Champions League e confermando di essere in crescita costante. Doppietta di Lautaro Martinez (30' e 65') e gol di Dumfries (34') per una serata che profuma di grande calcio.
Il Toro è tornato quello dei giorni migliori: primo gol su regalo del portiere Stanek (che ha sbagliato l'appoggio proprio davanti al capitano nerazzurro), secondo su assist al bacio di Bastoni dopo il tacco geniale di Thuram. Con questa doppietta, Lautaro diventa il primo interista nella storia a segnare almeno un gol in sette diverse edizioni di Champions League. Mica male come curriculum, no?
Credetemi, questa Inter sta trovando la quadra. Chivu ha stravolto la formazione rispetto a Cagliari (sette cambi dall'inizio), dimostrando di avere una rosa profonda e di saper gestire il turnover senza perdere qualità. Bisseck e Zielinski hanno risposto presente, Calhanoglu è tornato a dettare i tempi, Acerbi a 37 anni sembra ringiovanito.
Capitolo Thuram: l'unico neo della serata è l'uscita del francese al 67' per un problema alla coscia sinistra. "Dice che è un crampo, domani farà gli accertamenti", ha spiegato Chivu nel post-partita. Speriamo non sia nulla di grave, perché Marcus è fondamentale in questo momento di crescita.
Il punto è questo: l'Inter ha dominato dall'inizio alla fine, concedendo pochissimo e creando tantissimo. Quattro vittorie consecutive tra tutte le competizioni, sei punti in Champions (come Bayern e Real Madrid), e la sensazione che il concetto di squadra 'dominante' di Chivu stia prendendo forma. Ora testa alla Cremonese sabato, ma con la consapevolezza di essere sulla strada giusta.
Milan di Allegri in vetta: le quattro mosse che hanno cambiato tutto
Max Allegri ha fatto il miracolo. Il Milan è tornato al primo posto in classifica dopo quasi due anni, e non è un caso. Il tecnico livornese ha trasformato una squadra che l'anno scorso aveva chiuso all'ottavo posto in una macchina da guerra che viaggia a 12 punti dopo cinque giornate, proprio come Napoli e Roma.
La prima mossa vincente? Il cambio di modulo. Addio al 4-3-3 iniziale, benvenuto 3-5-2 che ha reso il Milan molto più solido in fase difensiva. L'intelligenza di Allegri è stata quella di adattarsi al materiale umano a disposizione, non di imporre dogmi tattici.
Capitolo esperienza: l'arrivo di Modric (40 anni) e Rabiot (31 anni) ha cambiato la mentalità dello spogliatoio. Credetemi, quando hai giocatori abituati a vincere tutto, il livello si alza automaticamente. I due veterani sono diventati i leader carismatici che mancavano, trascinando compagni e tifosi.
Terza chiave: il ritorno delle buone abitudini berlusconiane. Dress code da trasferta, obbligo di parlare italiano a Milanello, maxi tavolata quadrata per evitare gruppetti. Dettagli? Forse, ma che fanno la differenza nella costruzione del gruppo.
Il punto è questo: Allegri ha trovato subito equilibrio anche grazie all'assenza di Leao, con Gimenez che si sacrifica molto in fase di non possesso. E pensare che il portoghese deve ancora entrare a regime... Sabato c'è la Juventus, un match dal sapore speciale per Max. Ma la sensazione è che questo Milan abbia ritrovato l'anima vincente che mancava da troppo tempo.
Thuram, l'ansia dell'Inter: "Solo un crampo" ma gli esami diranno la verità
L'ultima giocata di Marcus Thuram ha fatto tremare San Siro. Non per la bellezza (il tacco per Bastoni che ha portato al 3-0 è stato da antologia), ma per quello che è successo subito dopo: il francese si è fermato, ha toccato la coscia sinistra e ha chiesto il cambio. Ansia Inter.
"Dice che è un crampo, domani farà gli accertamenti", ha spiegato Chivu nel post-partita, cercando di tranquillizzare tutti. Ma la preoccupazione è palpabile, soprattutto dopo una prestazione da incorniciare: assist per il gol di Dumfries e avvio dell'azione del terzo gol, prima dello stop.
Il punto è questo: Thuram è diventato insostituibile in questa Inter. Cinque gol e due assist in sette partite tra campionato e Champions, una media da fenomeno. Ha segnato due gol al Torino, altri due all'Ajax, uno alla Juve. Era fondamentale per Inzaghi e lo è ancora di più per Chivu.
Capitolo alternative: un eventuale stop prolungato del francese non sarebbe una tragedia come l'anno scorso. Ora ci sono Bonny e Pio Esposito, due giovani che hanno già dimostrato di poter dare il loro contributo. Ma perdere Thuram in questo momento di crescita sarebbe comunque un bel problema.
Credetemi, la speranza è che si tratti davvero di un semplice crampo. Gli esami di oggi chiariranno la situazione, ma vedere Marcus scherzare in zona mista all'uscita dallo stadio, inscenando una passerella per dimostrare di stare bene, fa ben sperare. L'Inter e i tifosi incrociano le dita: questo Thuram non si può perdere.
Inter da record: primo utile della storia e ricavi da 567 milioni
Numeri da capogiro per l'Inter di Oaktree. Il club nerazzurro ha chiuso il bilancio 2024-25 con il primo utile della storia: 35,4 milioni di euro, coronamento di un percorso di risanamento iniziato anni fa. Ma il dato che fa più impressione sono i ricavi: 567 milioni, record assoluto per una squadra di Serie A.
Per capire la portata del risultato, basta un confronto: il precedente primato apparteneva alla Juventus di Ronaldo (464 milioni nel 2018-19). Credetemi, questi numeri certificano che l'Inter è tornata grande anche economicamente. Il merito principale va al percorso sportivo: la Champions League ha portato quasi 200 milioni nelle casse, tutto compreso.
Capitolo Oaktree: il fondo americano ha annunciato un investimento di 100 milioni per il miglioramento dei centri di allenamento nei prossimi anni. Un segnale chiaro della volontà di investire nel progetto Inter, non solo di gestirlo in attesa di rivenderlo.
Il punto è questo: dal picco del deficit nel 2020-21 (-245,6 milioni) al primo utile della storia. Un percorso che dimostra come i risultati sportivi siano il presupposto per la sostenibilità economica. Marotta, Ausilio e Baccin hanno costruito un'Inter vincente anche nelle difficoltà, con operazioni intelligenti e parametri zero di qualità.
Ora la sfida è rendere strutturali questi ricavi, per competere stabilmente con i top club europei. "Un'operazione come Mbappé sarebbe una pazzia per un club italiano", ha spiegato Marotta. Ma con questi numeri, l'Inter può guardare al futuro con ottimismo e ambizione.
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Altre notizie dal mondo nerazzurro: La Youth League regala emozioni con l'Inter Primavera che pareggia 2-2 contro lo Slavia Praga dopo aver ribaltato l'iniziale svantaggio. Beffa finale al 91' che lascia l'amaro in bocca ai ragazzi di Carbone.
Sul fronte mercato, occhi puntati sui giovani talenti classe 2008 che stanno lasciando il segno in Serie A, da Ahanor a Camarda, simboli di una generazione che ha iniziato a bussare alla porta del grande calcio.
Intanto Mkhitaryan si confessa: "Ruberei la tecnica di Thuram, è molto forte nell'uno contro uno". L'armeno rivela anche il suo piano B senza calcio: "Avrei fatto l'avvocato".
Dal passato nerazzurro arriva il ricordo di Andrea Ranocchia, che giudica i presidenti avuti all'Inter: "Moratti un papà, Marotta un fenomeno lavorativo". Momento di commozione per Javier Zanetti, che ha perso il papà Rodolfo: "Mi fa male l'anima, ma sarai sempre nel mio cuore".
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