Inter
24 settembre 2025

Digest Inter: San Siro verso il verdetto, Pio Esposito fenomeno e la rimonta nerazzurra

Riassunto

San Siro verso il voto decisivo del 29 settembre con Foster-Manica già pronti per il nuovo stadio, mentre la UEFA boccia il Meazza su 11 requisiti. Pio Esposito divide l'Italia tra chi lo esalta e chi lo critica, con Capello che lo promuove e Panatta che preferisce aspetti. Il Napoli vola a punteggio pieno e gli esperti si dividono sull'anti-Conte: Sacchi critica l'Inter, Capello punta sul Milan. Leao svela di aver rifiutato l'Inter nel 2019 per il Milan grazie alla chiamata di Maldini. Chivu lavora sulla rimonta nerazzurra tra elogi e critiche sulla fase difensiva.

San Siro, lunedì il giorno della verità: Foster-Manica già pronti

Importanza: 10/10

Il countdown è iniziato e non c'è più tempo per i tentennamenti. Lunedì 29 settembre, alle 16:30, il Consiglio comunale di Milano deciderà il destino di San Siro con un voto che potrebbe cambiare per sempre la storia dell'Inter e del Milan. La tensione è palpabile, i numeri ballerini: servono 25 voti e la maggioranza di Sala è sul filo del rasoio (con Europa Verde apertamente contraria). Ma c'è una strategia: non far raggiungere il quorum in prima convocazione per abbassarlo a 15 e rendere tutto più semplice.

Mentre la politica si arrovella sui numeri, Inter e Milan hanno già fatto la loro mossa decisiva: l'accordo ufficiale con Foster+Partners e MANICA per la progettazione del nuovo stadio. Lord Norman Foster e David Manica, i maestri che hanno firmato capolavori come l'Apple Park e l'Allegiant Stadium, sono pronti a regalare a Milano un gioiello da 71.500 posti. Due anelli con inclinazione studiata per una visibilità perfetta, sostenibilità ai massimi livelli e un progetto di rigenerazione urbana su 281mila metri quadrati.

La UEFA ha già emesso il suo verdetto impietoso: San Siro bocciato su 11 dei 22 requisiti per ospitare grandi eventi. Spettatori, sostenibilità, VIP, sicurezza: il Meazza non regge il confronto con gli standard moderni. "Milano rischia di diventare marginale", aveva avvertito Marotta, e i numeri gli danno ragione. La finale di Champions 2027? Impossibile con l'attuale impianto.

Il punto è questo: martedì 30 settembre scade la proposta di acquisto dei club. Lunedì sarà dentro o fuori, senza appello. E se il Consiglio dovesse dire sì, inizierà comunque una lunga battaglia legale con i ricorsi già annunciati. Ma Foster e Manica sono lì, pronti a trasformare un sogno in realtà. Perché il calcio moderno non aspetta nessuno, nemmeno San Siro.

Pio Esposito divide l'Italia: fenomeno o montatura mediatica?

Importanza: 9/10

Francesco Pio Esposito ha spaccato il conclave dei bar sport e non poteva essere altrimenti. A vent'anni, con 99 minuti in Serie A e zero gol all'attivo, è già finito nel mirino di tutti: chi lo incensa come il nuovo Lautaro, chi lo demolisce come una montatura mediatica. La verità, come sempre, sta nel mezzo di questa guerra di religione calcistica.

Fabio Capello non regala mai zuccherini, ma stavolta ha fatto un'eccezione: "Mi ha impressionato per l'intelligenza di gioco e il controllo di palla. Sarà utile anche alla Nazionale". Dall'altra parte, Adriano Panatta va controcorrente con una riflessione che fa riflettere: "Meglio che non abbia segnato quella rovesciata. Così ha più tempo per maturare senza i titoloni che lo avrebbero incoronato troppo presto".

Riccardo Trevisani centra il problema: "Qualsiasi cosa faccia deve essere per forza un fenomeno o una pippa. Il discorso è figlio della faziosità". Una prestazione da 6,5 contro il Sassuolo diventa un 10 per i tifosi dell'Inter, un 4 per milanisti e juventini. Non si riesce ad avere intelligenza critica in un Paese dove tutto deve essere bianco o nero.

Ma c'è chi ha le idee chiare: Silvio Baldini, CT dell'Under 21, considera Pio troppo forte per la sua categoria. "Deve andare nella squadra maggiore. Noi siamo un serbatoio per preparare questi ragazzi". E sabato a Cagliari sfiderà il fratello Sebastiano, anche lui ancora a secco. Hanno già patteggiato: se uno segna, l'altro non si metterà a ridere. Perché alla fine, dietro tutto questo circo mediatico, ci sono due fratelli che inseguono lo stesso sogno.

Napoli in fuga, ma chi sarà l'anti-Conte? Gli esperti si dividono

Importanza: 8/10

Quattro partite, quattro vittorie, nove gol fatti e tre subiti: il Napoli di Antonio Conte ha iniziato come un treno e già si parla di fuga. Prematura? Forse, ma l'allungo è deciso e ora tutti si chiedono chi potrà fermarlo. La risposta non è scontata come sembra.

Arrigo Sacchi non si sbilancia ma lancia l'allarme: "L'Inter ha troppi momenti di pausa". Una diagnosi che fa male ma che fotografa perfettamente i problemi nerazzurri. Sei punti, la metà del Napoli, e una difesa che concede troppo nonostante il miglior attacco del campionato. La transizione da Inzaghi a Chivu si sta rivelando più complicata del previsto.

Fabio Capello invece punta tutto sul Milan: "L'anti-Napoli è il rossonero". Tre vittorie consecutive, zero gol subiti e un centrocampo che con Modric e Rabiot ha trovato equilibrio e qualità. Ma la vera prova del nove sarà domenica 28 a San Siro, proprio contro il Napoli. "Sarà quello l'istante in cui si capiranno molte cose della stagione", profetizza Sacchi.

I bookmaker non hanno dubbi: Napoli favorito a 1,90, Inter risalita al secondo posto a 5,50, Milan terzo a 6. La Juventus scivola al quarto posto (quota 7) dopo il passo falso di Verona. Ma attenzione alla Roma di Gasperini: il derby vinto ha galvanizzato l'ambiente e Capello la indica come possibile outsider. Credetemi, questo campionato è appena iniziato e le sorprese sono dietro l'angolo.

Leao svela tutto: "Rifiutai l'Inter per il Milan, ecco perché"

Importanza: 8/10

La storia che avrebbe potuto cambiare il calcio italiano: Rafael Leao a un passo dall'Inter nel 2019, poi la svolta che lo ha portato al Milan. Il portoghese ha raccontato tutto nel podcast "Say Less", svelando retroscena che fanno riflettere sui destini incrociati del calcio.

"Il direttore sportivo del Lille mi disse: Rafa, stiamo per venderti all'Inter". Ma Leao disse no, voleva restare un altro anno per crescere. Il ds insisteva parlando di soldi e opportunità, ma il futuro numero 10 rossonero non cambiò idea. Tre settimane dopo, tutto cambiò: "Mi disse che c'era il Milan. Io risposi subito sì".

La telefonata che cambiò tutto: Paolo Maldini in videochiamata. "Mi disse: devi venire, siamo pronti a prenderti. Non potevo rifiutare". Per Leao la scelta fu naturale, guidata dai ricordi d'infanzia: "Ronaldinho, Kakà, Ronaldo, Seedorf: erano la storia. E poi sette Champions League, solo il Real Madrid ne ha di più".

"Tra Milan e Inter, Milan cento volte": una dichiarazione che non lascia spazio a interpretazioni. Il portoghese ha sempre saputo dove voleva andare, attirato dalla storia e dal fascino di un club che ha fatto sognare generazioni. E pensare che tutto nacque da un rifiuto, dalla voglia di aspettare il momento giusto. A volte il destino sa essere più intelligente delle strategie di mercato.

Chivu e la nuova Inter: tra dubbi e speranze di rimonta

Importanza: 8/10

"Con Fabregas sarebbe stata rivoluzione": Paolo Condò non usa mezzi termini parlando della scelta Inter di puntare su Cristian Chivu invece che sul tecnico del Como. Una riflessione che apre scenari alternativi, ma che non toglie stima al tecnico romeno: "Chivu ha tutta la mia stima, farà benissimo".

Andrea Stramaccioni conosce bene l'ambiente e lancia l'allarme: "L'Inter prende gol con una facilità su cui bisogna lavorare". Il problema è chiaro: troppa esposizione nel pressing alto voluto da Chivu, poca ferocia nelle marcature preventive. "Per riprendersi la vetta, serve ritrovare quella cattiveria nei duelli che ha sempre contraddistinto l'Inter".

Giuseppe Ursino non ha dubbi: "L'anti-Napoli è l'Inter". Una fiducia che nasce dalla conoscenza profonda di Chivu: "Come persona vale 10, da allenatore può stare ad alti livelli". Il percorso dalla Primavera alla prima squadra ricorda quello dello stesso Stramaccioni, ma con una differenza: "Cristian non ha bisogno dei miei consigli, è giovane ma esperto".

Ad Appiano è scattato il patto per la risalita: dirigenza e squadra unite nell'obiettivo di recuperare il terreno perduto. La presenza costante di Marotta, Ausilio e Zanetti testimonia l'importanza del momento. Cagliari e Cremonese rappresentano due tappe da non fallire, poi arriveranno gli scontri diretti. Ora, prestate attenzione: l'Inter ha le qualità per rimontare, ma deve ritrovare quella solidità difensiva che l'ha sempre contraddistinta.

Da Leggere Più Tardi

Approfondimenti e letture consigliate per esplorare ulteriormente gli argomenti trattati

Mercato e prospettive: Caprile del Cagliari resta in pole per il post-Sommer, con quattro motivi che lo rendono perfetto per l'Inter. Recuperi importanti: Lautaro è pronto per Cagliari dopo aver superato i problemi alla schiena, mentre Sucic torna a brillare e si conferma l'erede perfetto di Mkhitaryan. Arbitri sotto esame: la FIGC lavora per togliere all'AIA il controllo sui fischietti d'élite, mentre Rocchi ammette errori in Verona-Juve. Fedeltà nerazzurra: Ausilio rifiuta 10 milioni dall'Al-Hilal per restare all'Inter. Riconoscimenti: Sommer terzo al Trofeo Yashin dietro Donnarumma e Alisson. Ricordi nerazzurri: Rummenigge compie 70 anni e racconta aneddoti dell'Inter, dal gol annullato contro i Rangers al duro scontro con Baresi.

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