Digest Inter: Chivu tra dubbi e fiducia, Akanji per il futuro
Riassunto
Chivu cerca la sua identità tattica dopo il ko con l'Udinese, con Calhanoglu centrale nel progetto ma Frattesi ai margini. Akanji promette la Champions all'Inter sostituendo Pavard: upgrade tecnico e investimento futuro. Moratti fuori dalla terapia intensiva dopo una settimana di ricovero per polmonite. Yildiz verso il rinnovo milionario con la Juve fino al 2030, Tudor lo considera intoccabile. Sala alza la voce su San Siro: niente sconti a Inter e Milan, rimpiange Moratti rispetto alle proprietà attuali.
Chivu nel mirino: l'Inter cerca la sua identità tra vecchi vizi e nuove ambizioni
Il punto è questo: dopo la sconfitta con l'Udinese, l'Inter di Cristian Chivu si trova a un bivio cruciale. Il tecnico romeno ha ereditato una squadra abituata ai meccanismi di Inzaghi, ma ora deve plasmarla secondo la sua visione tattica. E non è un'impresa semplice, credetemi.
Calhanoglu resta il nodo centrale del progetto Chivu, nonostante la prestazione opaca contro i friulani. Il turco aveva toccato appena 5 palloni nella prima mezz'ora, un dato che fa riflettere. Eppure il tecnico continua a vederlo come l'uomo ideale per il nuovo credo nerazzurro, quello più verticale e rapido. La sfida sarà convincerlo a mettere "tutt'altra ferocia quando bisognerà coprire gli spifferi" (come sottolinea la Gazzetta).
Frattesi rischia di rimanere ancora ai margini, intrappolato tra le maglie di un centrocampo ricco di alternative. Il nuovo arrivato Sucic sgomita per un posto accanto a Barella, mentre i 25 milioni spesi per Diouf andranno presto riversati sul campo. L'azzurro dovrà accontentarsi del solito ruolo di mezzala, difficilmente inizierà sotto punta come vorrebbe il tecnico.
Capitolo fiducia: nonostante le critiche che piovono dopo il ko casalingo, sia Chivu che il club mantengono la rotta. La trasformazione genetica richiede tempo, e cancellare quattro anni di abitudini inzaghiane non è operazione da poche settimane. All'orizzonte ci sono Juventus e Ajax, un vero "crash test" per il nuovo corso.
Ora, prestate attenzione: Arrigo Sacchi ha dato un consiglio prezioso al tecnico nerazzurro. "Faccia di tutto per entrare nelle teste dei suoi giocatori e li convinca a percorrere la strada che lui ha disegnato". Perché domenica contro l'Udinese si è vista "una squadra poco armoniosa e poco equilibrata", e armonia ed equilibrio sono alla base di qualsiasi grande squadra. La sosta sarà fondamentale per lavorare su questi aspetti e preparare al meglio i prossimi impegni di cartello.
Akanji, il colpo dell'ultimo minuto che può cambiare tutto
Manuel Akanji è arrivato all'Inter con una promessa: "Stavolta voglio vincere la Champions con questa maglia che è la più prestigiosa d'Italia". Parole che suonano come musica per le orecchie nerazzurre, soprattutto considerando che lo svizzero conosce bene quella competizione (l'ha vinta proprio contro l'Inter a Istanbul).
Il destino, a volte, ha strani percorsi. La prima maglia da calcio di Akanji? Quella di Christian Vieri dell'Inter. Il fidanzato di sua sorella? Grande tifoso nerazzurro. E tre anni fa i nerazzurri avevano già provato a ingaggiarlo, salvo poi vederlo finire al Manchester City. Ora, finalmente, le strade si sono incrociate.
Dal punto di vista tecnico, l'arrivo dello svizzero rappresenta un upgrade significativo. Nell'ultima Premier League è stato il difensore con la più alta percentuale di passaggi riusciti (93,8%), fondamentale per far uscire i palloni dall'area con maggiore fluidità. In una squadra che "segna molto ma concede anche tanto", Akanji può diventare "un sostegno insostituibile per aggressività e recuperi".
L'operazione last-minute ha una sua logica precisa: numericamente va a sostituire Pavard, ma qualitativamente rappresenta un investimento per il futuro. Con ogni probabilità, il prossimo anno non ci saranno più De Vrij, Acerbi e Darmian per raggiunti limiti di età. Akanji, a 30 anni, può garantire esperienza e affidabilità per diverse stagioni.
Piccola curiosità: tenetelo lontano dal dischetto del rigore. A Euro 2020 e 2024 ha sbagliato penalty decisivi che hanno eliminato la Svizzera. Ma per il resto, l'Inter ha pescato dal mazzo "una carta persino insperata nel rapporto qualità/prezzo". In un'estate di sogni infranti (da Lookman a Leoni passando per Koné), i nerazzurri potrebbero aver indovinato l'acquisto migliore proprio a tempo scaduto.
Moratti fuori pericolo: l'ex presidente lascia la terapia intensiva
Arrivano notizie confortanti dall'Istituto Humanitas di Rozzano: Massimo Moratti ha lasciato il reparto di terapia intensiva dopo una settimana di ricovero per polmonite. L'ex presidente dell'Inter, 80 anni, era stato intubato fino a sabato scorso a causa di problemi respiratori che avevano destato forte preoccupazione.
Il miglioramento è stato graduale ma costante. Dopo l'estubazione di sabato, i medici hanno atteso qualche giorno per verificare la stabilità del quadro clinico prima di autorizzare il trasferimento. "Lentamente, ma Massimo Moratti continua a migliorare", confermano le fonti ospedaliere.
La famiglia è sempre stata al suo fianco: moglie Milly, i figli e la sorella Bedi non lo hanno mai lasciato solo in questi giorni difficili. È stata proprio Milly Moratti a rassicurare tutti: "Massimo è uscito dalla terapia intensiva", annunciando che il rientro a casa avverrà "presto".
Il mondo nerazzurro ha trattenuto il fiato per diversi giorni. Moratti rappresenta un pezzo di storia dell'Inter, avendo ricoperto la carica di presidente dal 1995 al 2004 e dal 2006 al 2013. Sotto la sua gestione sono arrivati trofei indimenticabili e momenti che hanno segnato la storia del club.
Ora l'ottimismo è concreto: pur rimanendo sotto stretta osservazione medica, il percorso di recupero sembra più vicino. L'ex presidente ha già avuto modo di parlare con i familiari, segno che le condizioni stanno effettivamente migliorando. Un sospiro di sollievo per tutti coloro che hanno a cuore le sorti di una delle figure più importanti della storia interista recente.
Juventus, Yildiz verso il rinnovo milionario: Tudor punta tutto sul turco
Kenan Yildiz non ha prezzo per la Juventus. I dirigenti bianconeri hanno eretto un "muro altissimo" alle sirene estive di Arsenal e Chelsea, considerando il campioncino classe 2005 assolutamente incedibile. E ora è tempo di blindarlo definitivamente.
Il rinnovo è alle porte: dopo la sosta ripartiranno i dialoghi per prolungare il contratto fino al 2030, con possibile opzione per il 2031. L'ingaggio passerà dagli attuali 1,5 milioni annui a circa 3,5-3,6 milioni netti a stagione, cifra che lo renderebbe tra i più pagati della rosa dopo Vlahovic, Bremer e David.
Tudor ha le idee chiarissime su come utilizzare il suo gioiello. Il tecnico croato parte sempre dal numero 10, considerandolo "l'unico in grado di adattarsi a ogni melodia tattica senza perdere la sua voce". Che sia 3-4-2-1, 3-4-1-2 o 3-5-2, Yildiz rappresenta il senso del disegno juventino.
I numeri parlano chiaro: al primo anno da titolare con la maglia numero 10 sulle spalle ha segnato 12 reti e sfornato 9 assist. Tra gli under 20 a livello mondiale, solo Lamine Yamal ha fatto meglio. Non male per un ragazzo che ha appena compiuto 20 anni.
Zhegrova e Openda scaldano i motori per il debutto contro l'Inter del 13 settembre. Il kosovaro-albanese non gioca dal 14 dicembre scorso per problemi di pubalgia, mentre il belga arriva in condizioni migliori dopo le esperienze al Lipsia. Due rinforzi di qualità per una Juventus che vuole tornare protagonista, con Yildiz come stella polare del progetto. La nuova Signora nasce intorno al suo talento più puro.
San Siro, Sala alza la voce: "Niente sconti a Inter e Milan, rimpiango Moratti"
Beppe Sala non fa sconti e lo dice chiaramente: "Lo sconto, come viene chiamato, è pari a zero". Il sindaco di Milano mette i puntini sulle i nella trattativa per la cessione di San Siro a Inter e Milan, precisando che non ci saranno facilitazioni economiche per i due club.
La compartecipazione alle spese è un'altra storia: 36 milioni di euro stanziati dal Comune per tre voci specifiche. 12 milioni per l'abbattimento del tunnel Patroclo, 14 milioni per la parziale demolizione dello stadio Meazza, 9 milioni per le bonifiche ambientali. Ma il valore dell'operazione resta fermo a 197 milioni di euro.
"Rimpiango Moratti e gli mando un abbraccio", la stilettata di Sala alle nuove proprietà. Il primo cittadino non nasconde la nostalgia per gestioni come quella dell'ex presidente nerazzurro o di Berlusconi: "Oggi queste proprietà straniere più che la passione per il calcio, lo considerano solo un'occasione di business".
I tempi si stringono: l'accordo dovrebbe arrivare entro la prossima settimana, poi il dossier passerà in giunta, commissioni e infine al Consiglio comunale per il voto finale. Sala è chiaro: "Io lo consegno consigliando l'approvazione, ma sarà l'aula a decidere se questa cessione ha senso o meno".
Salvini interviene sulla questione curve: "San Siro senza le Curve non è San Siro. Spero che le società abbiano la maturità per espellere i violenti, ma senza perdere il tifo più caldo". Una questione che si intreccia con il futuro dell'impianto e con le preoccupazioni per Euro 2032, dove il Meazza rischia di non essere a norma senza un rapido accordo tra le parti.
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Capitolo mercato: la Serie A ha superato il miliardo di investimenti per il terzo anno consecutivo, ma solo 17,9 euro ogni 100 vengono spesi per italiani. Il Milan ha investito più di tutti con 165 milioni, mentre l'Inter ha mosso meno denaro di Como e Parma secondo il CIES. Nazionale azzurra: Gattuso punta sui giovani con Leoni, Pio Esposito e Fabbian, mentre Locatelli scherza sull'intensità del nuovo ct. Koulibaly dall'Arabia: l'ex Napoli elogia Inzaghi ma conferma di tifare ancora azzurro, mentre aveva parlato a Osimhen dell'Arabia prima del suo approdo al Galatasaray. Lookman-Atalanta: il nigeriano resta in lista Champions nonostante il gelo con la società, mentre Calhanoglu voleva davvero il Galatasaray ma l'Inter ha chiesto 25 milioni.
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