Chivu trasforma l'Inter: record offensivo e nuova mentalità vincente
Riassunto
Chivu trasforma l'Inter con un record storico di 22 gol in 8 partite e una preparazione fisica rivoluzionaria. Bonny ed Esposito si rivelano alternative perfette alla ThuLa, superando già i numeri del trio Arnautovic-Taremi-Correa. Juventus-Milan finisce 0-0 con il rigore sbagliato da Pulisic, mentre Barella brilla da regista e Dimarco ritrova la forma migliore. Tredici interisti partono per le nazionali, compreso Pio Esposito alla prima chiamata azzurra.
La rivoluzione Chivu: l'Inter vola con 22 gol in 8 partite
Mai così tanti gol nelle prime otto partite della stagione. L'Inter di Cristian Chivu ha scritto una pagina di storia nerazzurra, realizzando 22 reti tra le prime sei giornate di campionato e le due di Champions League. Un record assoluto che supera persino i 20 gol dell'Inzaghi versione 2021-22 e che nemmeno l'Inter del Triplete aveva mai raggiunto.
Il punto è questo: Chivu ha trasformato completamente l'approccio della squadra. La preparazione fisica è più meticolosa e i risultati si vedono negli ultimi minuti, quando l'Inter non cala più ma aumenta la pressione. I giocatori avvertono una resistenza più alta nelle gambe e sono conquistati da questo nuovo metodo di lavoro. "Ora il progetto è costruire una macchina che regga i ritmi europei anche in campionato", spiega la Gazzetta dello Sport.
Ma la vera rivoluzione è mentale. Chivu ha elaborato rotazioni variegate per coinvolgere tutti: finora sono stati 22 i titolari utilizzati, tenendo dentro pure l'esule Pavard. L'allenatore romeno, appassionato di football americano, apprezza il sistema di pesi e contrappesi, il sottile gioco di strategia. Anche quando le cose si complicavano (come dopo i ko con Udinese e Juve), non aveva perso la voglia di scherzare perché intravedeva segnali di cambiamento.
L'Inter è ormai a misura di Chivu: organizzata, inferocita, con la testa libera dai vecchi affanni. Una creatura a immagine e somiglianza dell'allenatore che ha saputo mescolare spettacolo e concretezza. Vedere uscire Dumfries col muso non ha minimamente turbato il tecnico, che aveva esposto la sua filosofia: purché dentro i limiti, sono ben accette le reazioni nervose che dimostrino voglia e passione.
Credetemi, dopo lo psicodramma nerazzurro vissuto da maggio in poi, non era scontato tenere così alte le motivazioni. Eppure l'Inter cresce sosta dopo sosta, migliora giorno dopo giorno. Guadagna un centimetro alla volta, come religione sui campi dell'amata NFL.
Bonny ed Esposito: finalmente l'Inter ha le alternative giuste
Quarantuno anni in due, ma che differenza rispetto al passato. Bonny ed Esposito stanno dimostrando quello che tutti ad Appiano Gentile speravano: essere alternative più che valide a Lautaro e Thuram. E non solo in fatto di gol.
I numeri parlano chiaro: dopo otto partite, la coppia Pio-Bonny ha segnato 3 gol e servito 3 assist. Lo scorso anno, Arnautovic, Taremi e Correa avevano realizzato 5 gol in 65 partite complessive. Con 50 minuti in meno e in due contro tre, i giovani sono già avanti di una rete.
Bonny alla prima da titolare contro la Cremonese non ha fatto rimpiangere Thuram. Anzi: con tre assist e un gol, è stato decisamente l'uomo della partita. "Le prestazioni di Bonny hanno fatto centro in ogni angolo dell'Inter", assicura la Gazzetta. Ai piani alti di viale della Liberazione, dove Marotta, Ausilio e i manager di Oaktree si godono i frutti di un investimento in linea con la filosofia aziendale.
Pio Esposito, dal canto suo, ha conquistato tutti con la sua completezza. Contro l'Ajax, con un po' di fortuna avrebbe potuto sommare dai due ai tre assist, ma i compagni non hanno sfruttato i suoi inviti. Il ragazzo ha tutto per arrivare in Serie A ad alti livelli, come conferma anche il suo agente.
Capitolo importante: né Bonny né Pio Esposito avevano mai giocato in Champions e/o vestito la maglia dell'Inter, a differenza dei predecessori che avevano già esperienza. Questo rende ancora più impressionante il loro impatto immediato. La rinuncia a Lookman, davanti al muro eretto dall'Atalanta, non è stato un errore. Questo inizio di stagione lo ha dimostrato chiaramente.
Juventus-Milan 0-0: la sagra degli errori e il rigore di Pulisic
"Juve-Milan sarà spettacolo" era il mantra della vigilia. Ma non è stato così. Mai fidarsi delle apparenze, soprattutto nel nostro calcio. Questo Juventus-Milan, finito con un mediocre zero a zero, è stato più un festival degli errori che un momento chiave del campionato.
Troppi svarioni, troppe occasioni gettate al vento, a partire dal rigore di Pulisic. L'attaccante più in forma del Milan, cercando l'angolo in alto a destra, ha maldestramente indirizzato il pallone sopra la traversa. Subito dopo Allegri si è messo le mani nei capelli perché ha capito che il colpaccio di un ritorno da vincente allo Stadium stava sfumando.
In questa sagra degli errori, il Milan ha vinto ai punti aggiungendo al penalty fallito anche due grosse opportunità finite sui piedi di Leao. Nella più ghiotta, il portoghese ha il pallone buono a due passi dalla porta, ma con il sinistro lo gira malamente sul fondo. Anche i bianconeri hanno fatto la loro parte: David si è divorato un'occasione da punire con il cartellino rosso, mentre Gatti a un metro dalla porta ha colpito in mezza rovesciata con la sicurezza dei predestinati, trovando però la respinta di Maignan.
Florenzi nel post-partita è stato chiaro: "Ai punti meritava di più il Milan, il rigore ha spostato tanto. Un punto fuori casa contro la Juventus però te lo porti a casa". E sulla Juventus: "Deve puntare allo Scudetto, ma oggi non c'è più quel senso di imbattibilità quando andavo allo Stadium".
Questo pareggio permette a Roma e Napoli di restare da sole in vetta alla classifica. Il Milan frena in seconda posizione a quota 13, la Juventus continua a pareggiare e i fischi dello Stadium certificano la delusione dei tifosi bianconeri.
Barella regista perfetto e Dimarco ritrovato: la nuova Inter di Chivu
"Quando uno si diverte viene tutto", ha raccontato Barella a fine partita dopo la prestazione da regista contro la Cremonese. Schierato al posto di Calhanoglu, l'azzurro ha palleggiato sul viso di una squadra mai in partita, affossata nei primi cinque minuti da un suo recupero che ha avviato l'azione del primo gol.
Barella è il motore di un centrocampo a ventaglio con molte soluzioni. Ha giocato 109 palloni (più di tutti) e completato 77 passaggi, anche qui il migliore. A referto anche cinque lanci lunghi positivi e sette palloni recuperati. Nel mezzo, tra un cambio di gioco e l'altro, perfino un colpo di scorpione a far vibrare San Siro. "Oggi abbiamo ritrovato dei meccanismi che avevamo perso", ha spiegato il centrocampista.
E poi c'è il nuovo Federico Dimarco. L'ultimo mese ha restituito all'Inter un Dimash brillante, con assist, gol e tanta corsa. Alla base della "rinascita" c'è un duro lavoro, soprattutto fisico. "Dimarco in estate ha resettato partendo dai carichi di lavoro, anche per voltare pagina rispetto all'esperienza con Inzaghi", spiega il Corriere dello Sport.
I numeri certificano la rinascita: Dimarco è primo in Serie A per passaggi chiave (22), primo per cross tentati (52) e riusciti (23), primo per big chance create (9). Tre assist e due gol in campionato: negli ultimi quattro anni non era mai partito così bene. Il minutaggio è stato uno degli argomenti dell'ultima settimana: le reiterate sostituzioni all'ora di gioco nella gestione Inzaghi lo avevano condizionato.
Ora tutto è cambiato. Chivu gli sta regalando un minutaggio molto più ampio e Dimarco l'ha ripagato con prestazioni convincenti. Il lato sinistro resta il più forte dell'Inter: lui e Bastoni si completano, si aiutano, pungono e affondano.
Tredici interisti in Nazionale: Appiano si svuota per la sosta
Appiano si svuota, ma è un buon segno. Sono tredici gli interisti convocati dalle rispettive nazionali e già partiti per raggiungere i vari ritiri: Lautaro (Argentina), Carlos Augusto (Brasile), Sucic (Croazia), Bastoni, Barella, Dimarco, Esposito e Frattesi (Italia), Dumfries e De Vrij (Paesi Bassi), Zielinski (Polonia), Akanji (Svizzera) e Calhanoglu (Turchia).
Per l'Italia di Gattuso c'è anche la prima chiamata per Pio Esposito, premio per quanto sta dimostrando con la maglia nerazzurra. Il giovane attaccante si aggiunge ai veterani Bastoni, Barella, Dimarco e Frattesi per i match contro Estonia e Israele. Un segnale importante per il movimento azzurro.
Coloro che sono rimasti a Milano torneranno ad allenarsi domani pomeriggio dopo i due giorni di stacco concessi da Chivu. Successivamente, due sedute mattutine e giovedì partenza alla volta di Bengasi, in Libia, per preparare l'amichevole di venerdì contro l'Atletico Madrid. Un test importante per mantenere il ritmo prima della ripresa del campionato.
Anche l'Inter U23 è stata coinvolta dalle convocazioni nazionali: cinque giocatori chiamati (Alexiou, Cocchi, David, Mosconi, Topalovic) hanno fatto slittare la gara con il Renate a martedì 21 ottobre. Un segnale della qualità del vivaio nerazzurro che continua a sfornare talenti per le varie rappresentative.
Libero il weekend dopo l'amichevole: da lunedì si penserà alla Roma, prima di un trittico che comprenderà anche Union Saint-Gilloise in Champions e il big match di Napoli. Chivu non si cruccia di dover lasciare partire i suoi proprio adesso, anzi confida nell'effetto benefico del patriottismo.
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La sosta porta altre novità interessanti: Aleksandar Stankovic riceve la prima convocazione con la Serbia maggiore dopo le ottime prestazioni al Bruges. Sul fronte mercato, l'Inter monitora Noah Atubolu del Friburgo come possibile erede di Sommer. Intanto Thuram punta al recupero lampo per Roma-Inter del 18 ottobre. La UEFA approva Milan-Como in Australia per febbraio 2026, prima storica per il calcio italiano. Capello elogia Chivu: "È entrato nella testa dei giocatori, porterà l'Inter ad alti livelli". In Coppa Italia, Inter-Venezia il 3 dicembre negli ottavi di finale. Il calendario di Serie A è stato definito fino alla 22ª giornata, con Inter-Napoli l'11 gennaio alle 20:45. Credetemi, questa Inter ha trovato la quadra perfetta.
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