Inter
5 ottobre 2025

Bonny show e Chivu-ismo: l'Inter travolge la Cremonese e vola alla sosta

Riassunto

Bonny show nella prima da titolare: gol e tre assist nel 4-1 alla Cremonese che certifica il trionfo del 'chivuismo' sull''inzaghismo'. L'Inter vola alla sosta con il quinto successo consecutivo, Barella regista perfetto e Chivu che gestisce con classe anche la rabbia di Dumfries. Domani Allegri torna allo Stadium da nemico con il Milan capolista. Scaroni svela i tempi del nuovo San Siro: si parte nel 2027.

Bonny show a San Siro: gol e tre assist nella prima da titolare

Importanza: 10/10

Ange-Yoan Bonny ha scelto il palcoscenico perfetto per presentarsi al mondo nerazzurro. Alla prima da titolare a San Siro, il francese ha messo in scena uno spettacolo che ha fatto dimenticare l'assenza di Thuram e ha regalato a Chivu la prestazione che sognava. Un gol e tre assist: numeri che raccontano solo una parte della storia di una serata magica.

Il punto è questo: quando Chivu ha deciso di puntare su Bonny dall'inizio, sapeva di avere tra le mani un diamante grezzo che aspettava solo l'occasione giusta per brillare. E il ventunenne di Aubervilliers non ha tradito le aspettative, dimostrando di essere molto più di una semplice alternativa. La sua presenza scenica è stata notevole fin dai primi minuti, quando ha servito l'assist perfetto per il gol di Lautaro al 6'. Un corridoio millimetrico che ha tagliato in due la difesa della Cremonese.

Ma è al 38' che Bonny ha firmato il momento più bello della sua serata: cross teso di Dimarco dalla sinistra, e lui si è tuffato tra due difensori con il timing perfetto, anticipando Silvestri con una zampata da vero bomber. Il Meazza è esploso, e con lui anche il sorriso di Marcus Thuram in tribuna, felice per l'amico e compagno di nazionale.

Nella ripresa, quando l'Inter ha accelerato per chiudere definitivamente i conti, Bonny si è trasformato in un assist-man di lusso. Prima ha servito Dimarco per il 3-0, poi ha confezionato il cioccolatino per Barella che ha calato il poker. Tre passaggi vincenti che dimostrano una visione di gioco già matura e una generosità che fa bene al gruppo.

Credetemi, prestazioni così non si improvvisano. Bonny ha dimostrato di avere tutto: tecnica, fisico, intelligenza tattica e quella fame che serve per emergere in un club come l'Inter. Quando è uscito dal campo al 58', San Siro si è alzato in piedi per applaudirlo. Un debutto che resterà nella storia, e che promette un futuro radioso in nerazzurro.

Il 'chivuismo' batte l''inzaghismo': Inter verticale e devastante

Importanza: 9/10

L'Inter di Chivu ha trovato la sua identità, e quella identità si chiama verticalità. Contro la Cremonese abbiamo assistito a una dimostrazione pratica di come il 'chivuismo' stia prevalendo sull''inzaghismo': basta palleggi orizzontali e costruzioni elaborate, ora si va dritti al punto con una velocità di pensiero che stordisce gli avversari.

Il manifesto di questa nuova filosofia è arrivato già al 6': Barella ruba palla a centrocampo e con prontezza serve Bonny sulla fascia sinistra, che a sua volta trova Lautaro in corsa per l'1-0. Tre passaggi, tre tocchi, un gol. Ecco la sintesi perfetta del calcio che vuole Chivu: riaggressione immediata, verticalità, concretezza.

Capitolo Barella regista: il sardo ha dimostrato di essere forse più adatto all'idea del tecnico romeno rispetto a Calhanoglu. Ha meno qualità di piede del turco, ma Chivu chiede velocità di pensiero e di smistamento, e sotto questo aspetto Nicolò è perfetto. La sua dinamicità e agilità mentale lo rendono un playmaker più immediato, capace di accelerare il gioco quando serve.

L'Inter ha prodotto 17 gol in 6 giornate con una media di quasi 3 reti a partita, numeri che certificano il miglior attacco del campionato. Ma non è solo questione di cifre: è il modo in cui arrivano questi gol che fa la differenza. Pressing alto, riaggressioni feroci, transizioni fulminee. L'opposto del palleggio spesso sterile dell'era precedente.

Ora, prestate attenzione: questa Inter ha utilizzato 22 giocatori diversi in sei giornate, segno di una distribuzione gerarchica che tiene conto di merito e impegno. La titolarità propriamente detta tende a sfumare, e questo crea una competizione interna che alza il livello di tutti. Chivu ha accelerato la sua trasformazione, e i risultati si vedono: quinto successo consecutivo e una squadra che finalmente si diverte giocando a calcio.

Allegri torna allo Stadium da nemico: Milan-Juve è già storia

Importanza: 8/10

Massimiliano Allegri tornerà a casa, ma da avversario. Domani sera all'Allianz Stadium andrà in scena uno dei big match più attesi della stagione, con il tecnico livornese che sfiderà la sua ex squadra dopo otto anni di successi in bianconero. Un incrocio del destino che profuma di storia e di rivalità.

Il Milan arriva da capolista con 12 punti, uno in più della Juventus, e Allegri ha le idee chiare: "Non sarà una rivincita personale, ma una bellissima partita che può darci un altro passo avanti". La diplomazia del mestiere non nasconde però l'emozione di chi ha vinto tutto con quella maglia e ora vuole dimostrare di poter fare altrettanto con i colori rossoneri.

Tomori è recuperato e giocherà dall'inizio, mentre a sinistra dovrebbe toccare a Bartesaghi sostituire lo squalificato Estupinan. In attacco la coppia Gimenez-Pulisic, con Leao e Nkunku pronti dalla panchina. Una formazione che testimonia la crescita del progetto milanista sotto la guida dell'ex allenatore juventino.

Dall'altra parte, Tudor deve fare i conti con una pareggite che sta diventando preoccupante: quattro pareggi consecutivi tra Serie A e Champions, con l'ultimo amaro contro il Villarreal. Il tecnico croato ha difeso la sua squadra: "Manca cultura calcistica nelle analisi. La squadra pedala e fa quello che deve fare". Ma i risultati tardano ad arrivare.

Credetemi, partite così si decidono sui dettagli e sulla capacità di gestire la pressione. Allegri conosce l'ambiente juventino come le sue tasche, sa dove colpire e come far male. La Juventus non ha mai perso in questa stagione, ma il Milan ha fame di conferme. Sarà una battaglia tattica e psicologica che può dire molto sulle ambizioni di entrambe le squadre.

Chivu e la gestione Dumfries: 'Fa bene a essere incazzato'

Importanza: 8/10

Cristian Chivu ha dimostrato ancora una volta di essere un allenatore moderno, capace di gestire anche le situazioni più delicate con intelligenza e ironia. La reazione di Dumfries alla sostituzione del 54' - pugno al pallone, smorfia contrariata e qualche borbottio - poteva diventare un caso, ma il tecnico romeno l'ha trasformata in un esempio di mentalità vincente.

"Fa bene a essere incazzato, deve esserlo", ha spiegato Chivu con il sorriso. "Quando uno viene sostituito serve che si arrabbi col mondo, con me, con chi gli pare. Un pugno al pallone non significa niente." Parole che dimostrano una maturità gestionale notevole e la capacità di leggere oltre le apparenze.

Il punto è questo: Dumfries non ha preso bene l'uscita dal campo, ma Chivu ha saputo interpretare quella rabbia come un segnale positivo. "Denzel è una bravissima persona, un giocatore importante per noi e per l'Olanda. Sono felice di quello che sta facendo, ma può dare di più". Una carezza e uno schiaffo insieme, il mix perfetto per tenere alta la tensione agonistica.

In conferenza stampa, il tecnico ha addirittura scherzato sull'episodio: "Ci siamo stretti la mano dopo la partita, gli ho fatto un paio di battute. Aveva una sacca piena di magliette dell'Inter, gli ho chiesto cosa ci facesse". L'ironia come strumento per sdrammatizzare e mantenere il gruppo unito.

Capitolo prestazione: l'Inter ha dominato per 85 minuti, creando una valanga di occasioni e dimostrando una superiorità tecnica e fisica schiacciante. "Siamo stati dominanti, aggressivi e ci siamo divertiti", ha sottolineato Chivu, che può godersi questa sosta con la consapevolezza di aver trovato la quadra giusta. E quando gli hanno chiesto se guarderà Juventus-Milan, la risposta è stata da manuale: "Guardo la NFL". Classe pura.

Nuovo San Siro: Scaroni svela i tempi, si parte nel 2027

Importanza: 7/10

Paolo Scaroni ha svelato la roadmap del nuovo San Siro, e finalmente abbiamo date concrete. Il presidente del Milan ha delineato un cronoprogramma ambizioso ma realistico: rogito entro ottobre con i primi 73 milioni versati al Comune, inizio lavori nel 2027 e inaugurazione nel 2030. Un progetto da 1,25 miliardi che cambierà per sempre il volto del calcio milanese.

"Il nostro obiettivo è completare lo stadio nel 2030, con le prime partite nella stagione 2030-31", ha spiegato Scaroni a Milano Finanza. L'idea è quella di completare il rodaggio in tempo per Euro 2032, di cui il nuovo impianto sarà protagonista. Una tempistica serrata ma necessaria per restare competitivi a livello internazionale.

I numeri del progetto sono impressionanti: 148mila metri quadrati di verde (oltre il 50% dell'intera area), energia pulita attraverso pannelli fotovoltaici, 3.600 parcheggi sotterranei e servizi di accoglienza attivi sette giorni su sette. "Ci aspettiamo 500mila visitatori all'anno tra museo e stadio", con un impatto economico positivo per tutto il quartiere.

Capitolo ricavi: Scaroni ha fatto riferimento agli esempi di Tottenham, Real Madrid e Arsenal, che hanno più che raddoppiato gli incassi nel primo anno del nuovo stadio. "Milan e Inter al momento toccano solo una frazione delle loro cifre", ha ammesso il presidente, sottolineando come l'impianto moderno sia fondamentale per restare competitivi.

Ora, prestate attenzione: il vecchio Meazza rimarrà intatto fino al 2031-32, quando inizierà la sua riqualificazione. La rigenerazione completa dell'area non sarà completata prima del 2035. Un progetto generazionale che cambierà per sempre il calcio milanese, con Inter e Milan finalmente padroni del proprio destino infrastrutturale.

Da Leggere Più Tardi

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Altre storie dal mondo nerazzurro e non solo. L'Inter Women debutta con una manita alla Ternana in Serie A Femminile, con Piovani soddisfatto ma già concentrato sulla sfida europea. La Primavera perde 1-0 contro la Lazio e non vince più dal 16 agosto. Capitolo Nazionale: Zaccagni out per infortunio, Gattuso convoca Piccoli per le sfide con Estonia e Israele. Il punto è questo: mentre l'Inter vola, arriva anche la notizia dell'amichevole contro l'Atletico Madrid in Libia il 10 ottobre, antipasto della sfida di Champions. Momento difficile per il Liverpool che perde la terza partita in sette giorni, mentre Hernanes ribadisce il concetto: "L'Inter gioca il miglior calcio d'Italia". Credetemi, quando anche gli ex avversari lo riconoscono, significa che questa squadra sta davvero crescendo. E il commovente saluto di Zanetti al padre Rodolfo ci ricorda che dietro i campioni ci sono sempre storie umane che toccano il cuore.

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