Bengasi, Pastorello e la rivoluzione Chivu: l'Inter che guarda al futuro
Riassunto
L'Inter pareggia 1-1 con l'Atletico Madrid a Bengasi: Bisseck segna, brillano i giovani Bovo e Agbonifo. Pastorello rivela che Inzaghi sarebbe rimasto se avesse vinto la Champions. Thuram salta Roma e Champions per precauzione, obiettivo Napoli. Esperti divisi sulla lotta Scudetto tra Napoli, Inter e Milan. Chivu convince tutti: da Maifredi a Vieira, l'Inter ha trovato l'allenatore giusto.
Bengasi, che spettacolo! L'Inter pareggia con l'Atletico e scopre i suoi gioielli
Dall'altra parte del Mediterraneo è successo qualcosa di magico. A Bengasi, in una cornice surreale che ha fatto da sfondo a una delle amichevoli più particolari della storia recente, l'Inter di Chivu ha dato spettacolo contro l'Atletico Madrid. Finisce 1-1 nei tempi regolamentari (poi 4-2 ai rigori per gli spagnoli), ma il risultato conta poco rispetto a quello che abbiamo visto in campo.
Bisseck risponde a Carlos Martin con una zuccata da vero bomber, dimostrando che la sua crescita non si è fermata dopo qualche difficoltà iniziale. Il tedesco aveva bisogno di una serata così, di sentire di nuovo la fiducia nelle gambe e la palla che entra in porta. Chivu lo aveva rilanciato contro lo Slavia Praga e ora raccoglie i frutti di quella scelta coraggiosa.
Ma la vera sorpresa arriva dai giovani. Bovo gioca con l'entusiasmo di chi sa di vivere un sogno, ordinato nelle piccole cose e sempre al posto giusto. Peccato per l'infortunio che lo costringe a uscire (solo una distorsione alla caviglia, per fortuna), ma la prestazione resta da incorniciare. E che dire di Agbonifo? Entra e in pochi minuti fa più di Bonny, creandosi dal nulla l'occasione più ghiotta del secondo tempo. Se Musso non avesse messo il piede sinistro al momento giusto, sarebbe stato gol.
Martinez tra i pali dimostra di essere pronto quando Sommer non c'è. Due parate decisive su Almada nel primo tempo, sempre attento e reattivo. Il portiere spagnolo sta crescendo partita dopo partita e questa serata libica gli darà ulteriore fiducia in vista delle prossime sfide.
Credetemi, questa amichevole vale più di tante partite ufficiali. Perché ci ha fatto vedere un'Inter che sa reinventarsi, che ha profondità e qualità anche nelle seconde linee. Da Bengasi a Roma il passo è breve, e Chivu ora sa di poter contare su un gruppo più ampio di quanto immaginasse.
Pastorello svela tutto: "Inzaghi sarebbe rimasto se avessimo vinto la Champions"
Federico Pastorello ha tolto ogni velo sulla vicenda che ha portato Simone Inzaghi all'Al-Hilal. L'agente, parlando a Sport Mediaset, ha rivelato quello che molti sospettavano ma nessuno aveva mai confermato ufficialmente: se l'Inter avesse battuto il PSG a Monaco, il tecnico piacentino non se ne sarebbe mai andato.
"Mi ha confidato che se avesse vinto la Champions non sarebbe mai andato via dall'Inter", le parole di Pastorello che suonano come una confessione liberatoria. La decisione è arrivata dopo quella maledetta finale del 31 maggio, dopo i colloqui con la dirigenza nerazzurra, dopo aver capito che qualcosa si era rotto per sempre.
Il punto è questo: Inzaghi aveva l'Inter nel cuore, ma quella sconfitta per 5-0 ha cambiato tutto. Non solo l'aspetto economico (pur importante) lo ha spinto verso l'Arabia Saudita, ma anche la voglia di mettersi alla prova in un campionato che sta crescendo a ritmi vertiginosi. L'Al-Hilal non è una squadra qualunque: è il club più importante d'Asia per storia e numero di tifosi.
Ora, con il senno di poi, quella finale assume contorni ancora più drammatici. Non è stata solo la perdita di un trofeo, ma il momento che ha segnato la fine di un ciclo. Inzaghi aveva costruito qualcosa di speciale con questi giocatori, aveva portato l'Inter a due finali di Champions in tre anni, aveva vinto uno scudetto storico. Ma il calcio è fatto anche di sliding doors, di momenti che cambiano tutto.
Pastorello ha anche parlato di Acerbi e De Vrij, definendoli giocatori "con la maglia dell'Inter cucita addosso". Per i rinnovi se ne parlerà ad aprile, ma entrambi sarebbero felici di rimanere. Un lusso per Chivu avere due difensori di questo livello, esperti e affidabili.
La verità è che il calcio moderno è fatto di scelte difficili e momenti che segnano il destino. Inzaghi ha scelto una strada, l'Inter un'altra. E forse, alla fine, è andata bene così per tutti.
Thuram, niente fretta: salta Roma e Champions, obiettivo Napoli
Marcus Thuram non forzerà i tempi. L'Inter ha deciso di rispettare alla lettera il decorso dell'infortunio al bicipite femorale sinistro del francese, e questo significa che molto difficilmente lo vedremo all'Olimpico contro la Roma. La prudenza regna sovrana, e stavolta è la scelta giusta.
Il mirino si sposta 200 chilometri più a sud: è il 25 ottobre a Napoli che Marcus vuole esserci davvero. Non al 70% delle forze, ma a pieno regime e con la testa libera dalla paura di ricadute. Perché un infortunio muscolare trascinato può diventare un incubo, come sa bene chi ha vissuto la fine della scorsa stagione con continui stop e ripartenze.
La presenza di Bonny ed Esposito cambia tutto. Ora c'è vita dietro la ThuLa, ora Chivu può permettersi di aspettare senza ansia il recupero del suo bomber. I giovani terribili stanno dimostrando di essere pronti, di poter reggere il peso dell'attacco nerazzurro anche nelle partite che contano.
Lautaro, invece, scalpita già dal Sudamerica. Il Toro rimetterà piede alla Pinetina giovedì, giusto qualche ora dopo l'atterraggio da Miami, ma come sempre si farà bastare due sedute per essere pronto. La sua fame di gol e di vittorie non conosce jet lag.
Credetemi, questa gestione oculata degli infortuni è un segno di maturità. L'Inter di Inzaghi spesso bruciava i giocatori, li rimetteva in campo troppo presto per necessità. Ora Chivu può permettersi di aspettare, di costruire una rosa più profonda e consapevole. E quando Thuram tornerà, sarà più forte di prima.
Scudetto, si accende il dibattito: Napoli, Inter e Milan in pole position
Il campionato entra nel vivo e gli esperti iniziano a fare le loro previsioni. Paolo Condò non ha dubbi: "Napoli, Inter e Milan per lo Scudetto", mentre sulla Juventus è lapidario: "Al momento è un gran casino". Parole che fotografano perfettamente lo stato dell'arte dopo le prime giornate.
Faouzi Ghoulam, ex terzino del Napoli, allarga il discorso: "Le avversarie degli azzurri sono tante. Ci sono l'Inter e il Milan. Il campionato è ancora lungo". E ha ragione, perché quest'anno sembra davvero tutto più equilibrato, più imprevedibile rispetto alla scorsa stagione.
Filippo Galli va oltre e include anche l'Atalanta: "Penso che anche la Dea possa rientrare nella corsa scudetto. Come spesso accade, più sono le squadre coinvolte e maggiore sarà il divertimento". Un pensiero condivisibile, considerando la qualità della rosa bergamasca e l'esperienza di Gasperini.
Il punto è questo: l'Inter ha tutto per dire la sua, ma dovrà fare i conti con un Napoli che ha ritrovato entusiasmo e un Milan che con Allegri sembra aver cambiato marcia. La Juventus, invece, appare ancora in fase di costruzione, con troppi esperimenti e poche certezze.
Chivu sa bene che la strada è lunga e che servirà continuità per restare in corsa. L'Inter ha la rosa più completa, l'esperienza delle ultime stagioni e la voglia di riscatto dopo la finale di Champions persa. Ma il calcio non guarda in faccia a nessuno, e ogni partita sarà una battaglia.
Credetemi, questo campionato ci regalerà sorprese fino all'ultima giornata. E l'Inter, con la sua fame di vittorie, ha tutte le carte in regola per essere protagonista.
Chivu, l'uomo giusto al momento giusto: da Parma all'Inter con umiltà e visione
Cristian Chivu sta convincendo tutti, anche i più scettici. Luigi Maifredi, che di calcio se ne intende, è stato chiaro: "Mi hanno detto che è veramente bravo. L'inizio con l'Inter testimonia che sarà un grande allenatore". E quando Maifredi parla, è meglio ascoltare.
Patrick Vieira, dal Festival dello Sport di Trento, ha aggiunto il suo endorsement: "Chivu avrà una bella sfida all'Inter. La società ha fiducia nel suo lavoro". Parole che pesano, arrivando da chi ha giocato ai massimi livelli e ora allena in Serie A.
Ma chi è davvero Cristian Chivu fuori dal campo? Un uomo riservato che vive nel centro di Milano, grande appassionato di NFL (il suo idolo è Tom Brady), padre attento con i figli che frequentano la scuola internazionale. Il suo unico vizio? Le sigarette, ovviamente iniziate dopo aver smesso di giocare.
La sua filosofia è semplice: umiltà e schiettezza. Non segue le mode, predica il lavoro duro e la riservatezza. Con la Primavera organizzava sedute di paintball per unire il gruppo, ora con la prima squadra sta applicando gli stessi principi: far sentire tutti importanti, ruotare con criterio, dare fiducia ai giovani.
Fabio Capello lo ha sempre sostenuto: "Sono stato uno di quelli che aveva sottolineato dall'inizio come fosse un ragazzo intelligente. È entrato nella testa dei giocatori capendo dove mettere le mani". E i risultati si vedono: un'Inter più verticale, più coraggiosa, più consapevole dei propri mezzi.
Credetemi, Chivu è l'uomo giusto al momento giusto. Ha la personalità per gestire un gruppo di campioni e l'intelligenza per far crescere i giovani. L'Inter ha fatto centro.
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Capitolo mercato e prospettive future. Bisseck potrebbe lasciare l'Inter a gennaio per giocare con continuità in vista dei Mondiali 2026, con il Crystal Palace pronto a offrire 22 milioni di sterline. Dall'altra parte, Petar Sucic si dice felicissimo all'Inter: "Tutto è fenomenale, è un grande passo nella mia carriera".
Sul fronte nazionali, Dumfries spiega la sua reazione al cambio con la Cremonese: "Normale l'incazzatura, nessun calciatore vuole uscire". Intanto Carlos Augusto torna in campo con il Brasile nella vittoria 5-0 sulla Corea del Sud.
Mkhitaryan si racconta nel suo libro autobiografico: "Vorrei chiudere la carriera all'Inter, ma non dipende solo da me". L'armeno ripercorre la magica notte della seconda stella e la delusione di Monaco: "Non so spiegare cosa sia successo quella sera".
Infine, il progetto San Siro procede nonostante l'opposizione del Gruppo Verde e di cento abitanti della zona, che hanno chiesto al TAR l'annullamento della delibera di vendita dell'area.
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