AI Wars: OpenAI sfida Google mentre l'industria si divide sui deepfake
Riassunto
OpenAI sfida Google con Atlas, un browser AI che potrebbe rivoluzionare la ricerca online. Mentre Hollywood combatte i deepfake e YouTube lancia strumenti di protezione, Amazon pianifica di sostituire 600k lavoratori con robot. Le startup AI raccolgono miliardi con valutazioni stratosferiche, e Yelp trasforma i ristoranti in fabbriche di AI conversazionale.
OpenAI lancia Atlas: la guerra dei browser è appena iniziata
OpenAI ha appena dichiarato guerra a Google con il lancio di Atlas, un browser che integra ChatGPT e punta dritto al cuore dell'impero di Mountain View. Sam Altman non ha usato mezzi termini: "AI rappresenta un'opportunità rara per ripensare cosa può essere un browser".
Ma dietro le belle parole c'è una strategia spietata. Con 800 milioni di utenti settimanali di ChatGPT, OpenAI può permettersi di sottrarre traffico a Chrome proprio mentre Google è sotto pressione del Dipartimento di Giustizia per i suoi accordi esclusivi sulla ricerca. Atlas non si limita a navigare: offre una ricerca conversazionale che rende obsoleto il modello tradizionale di Google basato sui link blu.
Il vero colpo di genio? L'accesso diretto ai dati del browser. Atlas può letteralmente vedere cosa digiti sullo schermo, raccogliendo dati preziosissimi per la pubblicità futura. È un livello di accesso che né Google né Meta potrebbero mai ottenere dopo decenni di scandali sulla privacy.
OpenAI sta scommettendo tutto su un futuro post-Google, dove la ricerca diventa conversazione e i browser diventano assistenti AI. Se funziona, potrebbe essere il primo vero challenger al duopolio Google-Meta nell'advertising digitale.
Deepfake: Hollywood si ribella mentre YouTube gioca a guardia
La battaglia sui deepfake si sta intensificando e Hollywood non ha più intenzione di stare zitta. Bryan Cranston ha dovuto chiamare in causa la SAG-AFTRA dopo che Sora 2 di OpenAI ha generato la sua immagine senza consenso, costringendo l'azienda a rafforzare le sue protezioni.
YouTube ha lanciato il suo strumento di "rilevamento somiglianza" per i creator del Partner Program, permettendo loro di identificare e rimuovere contenuti AI non autorizzati che usano la loro immagine. È un primo passo, ma il sistema è ancora imperfetto e può segnalare anche video legittimi.
Il problema è sistemico: le aziende AI stanno giocando con l'opt-out invece dell'opt-in. OpenAI inizialmente aveva detto ad agenzie e studi che dovevano escludersi attivamente da Sora 2, invece di dare il consenso esplicito. Solo dopo le proteste hanno fatto marcia indietro.
La posta in gioco è enorme. Con il NO FAKES Act in discussione al Congresso, l'industria dell'intrattenimento sta spingendo per protezioni legali più forti. Ma mentre si discute, i deepfake diventano sempre più sofisticati e difficili da controllare.
Amazon vuole licenziare 600mila persone con i robot
Documenti interni di Amazon rivelano un piano agghiacciante: sostituire oltre 600.000 lavoratori americani con robot entro il 2033. L'obiettivo è automatizzare il 75% delle operazioni e risparmiare 30 centesimi per ogni prodotto spedito.
I numeri sono brutali. Amazon prevede di eliminare 160.000 posti di lavoro entro il 2027, risparmiando 12,6 miliardi di dollari in tre anni. Tutto questo mentre stima di vendere il doppio dei prodotti nello stesso periodo.
L'azienda sa che ci sarà una reazione violenta e ha già pianificato una strategia di PR per migliorare la sua immagine di "buon cittadino aziendale". I documenti suggeriscono di evitare termini come "automazione" e "AI", preferendo "tecnologia avanzata" e "cobot" per i robot che lavorano con gli umani.
Daron Acemoglu, premio Nobel per l'economia, non ha dubbi: "Nessun altro ha lo stesso incentivo di Amazon a trovare il modo di automatizzare. Una volta che capiranno come farlo proficuamente, si diffonderà anche agli altri." Il risultato? Uno dei maggiori datori di lavoro americani diventerà un distruttore netto di posti di lavoro.
Startup AI: pioggia di miliardi mentre i venture impazziscono
Il mercato delle startup AI è completamente impazzito. Fal.ai è passata da una valutazione di 1,5 miliardi a oltre 4 miliardi in soli tre mesi, raccogliendo 250 milioni da Kleiner Perkins e Sequoia. La crescita è esplosiva: da 10 milioni di ricavi annuali a 95 milioni in un anno.
Sesame, fondata dagli ex-Oculus, ha chiuso 250 milioni di Serie B per sviluppare occhiali smart con AI conversazionale. L'azienda promette un'esperienza "diversa da tutto quello che abbiamo mai usato", con voci AI che generano discorsi direttamente invece di convertire testo in audio.
LangChain ha raggiunto lo status di unicorno con una valutazione di 1,25 miliardi, guidata da IVP. La piattaforma open source per costruire agenti AI è diventata un must-have per sviluppatori, con 118.000 stelle su GitHub.
La corsa all'oro dell'AI multimodale è appena iniziata. Con Sora di OpenAI che domina l'App Store più velocemente di ChatGPT, la domanda per infrastrutture che supportano video, audio e immagini AI sta esplodendo. I venture stanno scommettendo miliardi che questa non sia una bolla, ma la prossima rivoluzione tecnologica.
Yelp trasforma ristoranti in fabbriche di AI conversazionale
Yelp sta rivoluzionando il settore della ristorazione con Host e Receptionist, due agenti AI che promettono di gestire chiamate, prenotazioni e domande dei clienti 24/7. Host può prendere prenotazioni telefoniche, modificare booking e persino catturare richieste speciali, tutto a partire da 149 dollari al mese.
Ma c'è di più: l'app può ora scansionare menu fisici e mostrare foto e recensioni dei piatti in tempo reale. Punta il telefono su un menu e appaiono bolle interattive che rivelano cosa pensano davvero i clienti di ogni piatto.
L'integrazione dell'AI è totale. L'assistente aggiornato può rispondere a domande su ristoranti, bar e attrazioni locali usando dati dalle pagine business, recensioni e foto. Supporta anche ricerca vocale e linguaggio naturale, rendendo la scoperta di nuovi posti più conversazionale.
Yelp sta scommettendo che i ristoranti "sottostaffati" preferiranno pagare per un AI piuttosto che assumere personale umano. Con DoorDash e altri competitor che spingono soluzioni simili, stiamo assistendo alla nascita di un futuro dove AI chiama AI per prenotare tavoli mentre gli umani guardano.
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