Innovazione & AI
5 settembre 2025

Acquisizioni miliardarie e guerre di potere: chi comanda davvero nell'AI

Riassunto

Settimana di acquisizioni miliardarie nell'AI: OpenAI compra Statsig per 1,1B$, Atlassian prende Browser Company per 610M$, Sierra vale 10B$. Melania Trump riunisce i CEO tech per portare l'AI nelle scuole mentre la FTC indaga sui danni ai minori. Google integra AI invisibile in Photos e Search. Battaglie legali su copyright AI e primi dibattiti sui diritti delle macchine. Adobe porta Premiere su iPhone gratis per conquistare i creator mobile.

La corsa alle acquisizioni AI: quando 1,7 miliardi non bastano più

Importanza: 9/10

Atlassian compra The Browser Company per 610 milioni, OpenAI si prende Statsig per 1,1 miliardi, Sierra di Bret Taylor vale già 10 miliardi. Benvenuti nella nuova Silicon Valley, dove le acquisizioni AI si misurano in miliardi e nessuno vuole restare indietro.

La settimana ha visto tre deal che raccontano perfettamente dove stiamo andando. Atlassian ha messo sul tavolo 610 milioni per The Browser Company, i creatori di Arc e del nuovo browser AI Dia. Ma il vero colpo è stato OpenAI che ha sborsato 1,1 miliardi per Statsig, una startup che si occupa di testing e feature flagging. Sì, avete letto bene: più di un miliardo per una piattaforma di A/B testing.

Ecco la verità che nessuno vuole dirvi: queste non sono acquisizioni tecnologiche, sono acquisizioni di talento e velocità. Josh Miller di The Browser Company lo ammette candidamente: "Il vincitore dello spazio AI browser sarà incoronato nei prossimi 12-24 mesi". Non c'è tempo per crescere organicamente quando ChatGPT, Claude e Gemini stanno tutti costruendo i loro browser.

E poi c'è Sierra, la startup di Bret Taylor che in 18 mesi è passata da zero a una valutazione di 10 miliardi di dollari con un round da 350 milioni. Dietro le quinte, è la solita storia: ex dirigenti di Salesforce e Google che sfruttano i loro contatti per costruire l'ennesima piattaforma di customer service AI. Ma questa volta con un assegno da 635 milioni totali raccolti.

Melania Trump e i CEO tech: il nuovo patto per l'AI nelle scuole

Importanza: 8/10

Melania Trump ha riunito alla Casa Bianca Sundar Pichai, Sam Altman e i big della tech per lanciare l'AI nelle scuole americane. L'evento, parte del "Presidential AI Challenge", promette di "trasformare il sistema educativo" con l'intelligenza artificiale.

Google ha promesso 150 milioni di dollari per "grants di educazione AI", Microsoft offre Copilot gratis agli studenti, Amazon vuole formare 4 milioni di persone entro il 2028. Ma il vero business è un altro: normalizzare l'AI tra i più giovani e creare una generazione di utenti dipendenti dai loro servizi.

Quello che non vi stanno dicendo è che mentre la First Lady parlava di "mondo delle meraviglie", la Federal Trade Commission annunciava proprio giovedì un'indagine su OpenAI e altre aziende AI per l'impatto dei loro chatbot sulla salute mentale dei bambini. Tempismo perfetto, no?

Sacha Haworth del Tech Oversight Project non ha usato mezzi termini: "Questa è corruzione nel Rose Garden". E ha ragione. Mentre le aziende tech affrontano cause legali per aver spinto adolescenti al suicidio e ai disturbi alimentari, eccole sedute al tavolo presidenziale a promettere di "ispirare i giovani".

Google potenzia Photos e Search: l'AI diventa invisibile

Importanza: 8/10

Google sta rendendo l'AI così integrata nei suoi prodotti che presto non ci accorgeremo nemmeno di usarla. Circle to Search ora traduce automaticamente mentre scorri, Google Photos trasforma le tue foto in video con Veo 3. È l'AI che funziona senza che tu debba pensarci.

La mossa più intelligente è Circle to Search con traduzione continua. Niente più restart ogni volta che cambi pagina o app - funziona mentre scorri Instagram, leggi menu di ristoranti, navighi siti stranieri. È il tipo di feature che usi una volta e poi non puoi più farne a meno.

Google Photos con Veo 3 è ancora più subdolo. Prendi una foto statica, la app genera un video di 4 secondi. Gratis, con limiti. Ma se vuoi di più, serve l'abbonamento AI Pro o Ultra. È il classico modello freemium di Google: ti danno un assaggio, poi ti fanno pagare per il resto.

Il vero gioco è questo: Google sta normalizzando l'AI generativa attraverso prodotti che usi già ogni giorno. Non devi scaricare nuove app, non devi imparare nuovi workflow. L'AI diventa parte dell'esperienza, invisibile ma indispensabile. E quando ti abitui, diventi dipendente.

Diritti AI e cause legali: il futuro che nessuno vuole affrontare

Importanza: 7/10

Mentre Warner Bros fa causa a Midjourney per violazione di copyright, alcuni ricercatori si chiedono se l'AI meriti diritti legali. Benvenuti nel far west dell'intelligenza artificiale, dove le regole si scrivono in tribunale.

Warner Bros accusa Midjourney di generare "infinite copie non autorizzate" di Superman, Batman, Scooby-Doo e altri personaggi. La parte interessante? Midjourney genera immagini di supereroi anche quando non li nomini esplicitamente. Scrivi "battaglia di supereroi classici" e ti escono Superman e Batman.

Dall'altra parte, ricercatori di Eleos AI e Conscium studiano il "model welfare" - se l'AI sia cosciente e meriti considerazioni morali. Anthropic ha già dato a Claude la capacità di terminare "interazioni persistentemente dannose" che potrebbero essere "potenzialmente angoscianti".

Mustafa Suleyman di Microsoft AI ha definito questa ricerca "prematura e francamente pericolosa". Ha ragione: non c'è "zero evidenza" di AI cosciente, come dice lui, ma il vero problema è che stiamo discutendo di diritti per le macchine mentre non riusciamo a proteggere nemmeno i copyright umani.

Intanto Coventry, primo consiglio comunale UK a usare Palantir per l'AI, sta rivedendo il contratto da 500mila sterline dopo le proteste per i legami dell'azienda con l'esercito israeliano.

Adobe porta Premiere su iPhone: la guerra dei creator si sposta mobile

Importanza: 7/10

Adobe lancia Premiere per iPhone gratuitamente, con AI integrata e export diretto su TikTok. È la mossa che tutti aspettavano: il video editing professionale che diventa mobile-first.

Premiere su iOS non è solo una versione ridotta del desktop. Ha timeline multi-traccia illimitata, supporto 4K HDR, sottotitoli automatici e soprattutto AI Firefly integrata per generare immagini, audio e video da prompt testuali. Plus accesso alla libreria stock Adobe e ai preset Lightroom.

Ma il vero colpo di genio è l'export one-tap verso TikTok, YouTube Shorts e Instagram con ridimensionamento automatico per ogni piattaforma. Adobe ha capito che i creator non vogliono perdere tempo con le conversioni - vogliono creare e pubblicare subito.

La mossa arriva mentre Meta lancia Edits e Captions passa al freemium. È guerra aperta per conquistare i creator di short video, il mercato più redditizio del momento. Adobe punta sulla qualità professionale, gli altri sulla semplicità.

L'app sarà gratuita ma - ovviamente - dovrai pagare per crediti AI e storage cloud. Il modello è chiaro: ti danno gli strumenti gratis, poi monetizzano sui servizi premium. E considerando che il 75% dei video online sono short-form, è una scommessa da miliardi.

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